Kindeswohl, il bene del bambino?

Il 22 aprile, a Roma, al Teatro Manzoni, è andato in scena, in prima assoluta lo spettacolo-inchiesta “Kindeswohl, il bene del bambino”, sul tema della sottrazione dei minori e sul difficile rapporto tra gli Stati europei in materia di diritto di famiglia.

Pur convivendo da molti anni nell’Unione Europea e pur condividendo lo stesso mercato, lo stesso Parlamento e la stessa economia, abbiamo ancora – in Europa - molte difformità.

Esiste un ente in Germania fondato da Himmler nel 1939 e tuttora operante: lo Jugendamt. Letteralmente, amministrazione della gioventù.
Lo Jugendamt fa in modo che i bambini, di coppie bi-nazionali che si separano vengano sempre affidati al genitore tedesco; che nessun minore lasci la Germania; che i diritti genitoriali non vengano mai dati al genitore straniero e che i contatti tra il genitore straniero e suo figlio siano resi sempre più difficili fino ad arrivare a cancellarli.
Cancellare l’altro genitore significa cancellare anche la sua lingua e la cultura del suo paese. Si cancellano così genitori, nonni e famiglie intere.
L’idea fondante è che i bambini prima che appartenere alla famiglia appartengono allo Stato – cosa non condivisa da tutti i Paesi dell’Unione.

L’istituto è sicuramente cambiato dal 1939, ma ancora oggi lo Jugendamt agisce in modo discriminante nei confronti del genitore non tedesco negandogli sempre la collocazione dei figli e obbligandolo a far loro visita solo sotto sorveglianza.
E durante quelle visite, gli vieta di parlare la sua lingua madre, quella del cuore e dei sentimenti, gli proibisce di abbracciare il figlio, di piangere, di mostrare emozioni.

Lo Jugendamt è stato più volte riconosciuto colpevole – dalla Corte Europea di Giustizia, dal Parlamento Europeo e dalle Nazioni Unite – per aver violato i diritti fondamentali dell’uomo. Ma le sanzioni sono ininfluenti, e la comunità internazionale non può intervenire sulle leggi dei singoli Stati e oltre a delle semplici segnalazioni, niente accade. E soprattutto di niente si parla.
E lo sappiamo che se di un fatto non si parla, quel fatto non esiste.

Questa che si mette in scena al Teatro Manzoni di Roma il 22 aprile, alle ore 21.00, è l’inchiesta portata avanti per più di un anno da Franco Angeli e Livia Bonifazi. E’ la storia dei padri e delle madri a cui lo Jugendamt ha sottratto i figli. E’ la storia di centinaia di migliaia di bambini che oggi sono orfani di un genitore, per colpa dello Jugendamt. 




LO SPETTACOLO:








































Kindeswohl, il bene del bambino @ Teatro Manzoni – Roma


Ne Il Processo di Franz Kafka, la parabola del cittadino alienato e ucciso dall’apparato burocratico, nascondeva le ansie di un’intera società verso i totalitarismi che avrebbero piagato l’Europa nel ’900; ma anche l’intuizione della fredda e spietata irrazionalità di una parte delle meccaniche giuridico-legislative negli Stati moderni.
Spesso dunque il termine kafkiano è sinonimo di vicende giudiziarie e burocratiche ai limiti dell’inverosimile, in cui onesti membri della comunità sono vittime, come nel caso di Marinella Colombo, protagonista di un calvario legato a normative di cui poco si sa.
La donna, di origini milanesi, si è sposata a Monaco di Baviera con un uomo del luogo ed ha avuto due figli da lui, per poi separarsene, consensualmente e senza contrasti sulla sua custodia della prole. Tuttavia, quando per motivi professionali ha dovuto lasciare la Germania per tornare in Italia, la giustizia alemanna le ha sottratto la tutela dei suoi bambini affidandoli al padre, pur avendolo definito in precedenza inadatto ad occuparsene.
Ma perchè è accaduto tutto ciò?
La causa scatenante del processo, che ha portato all’allontanamento dei suoi figli, è l’operato dell’ente statale Jugendamt, preposto alla vigilanza dei diritti dei minori ma con poteri maggiori rispetto a qualsiasi controparte nell’Unione Europea e nel resto della maggior parte del mondo civilizzato. Tale struttura esercita quello che è definito kindeswohl, ovvero il benessere del bambino, che ha dato il nome dello spettacolo, ma lo fa attraverso una concezione per cui i minori sono considerati , innanzitutto, una risorsa della Germania; non a caso in tale nazione non esiste la patria podestà ma la cura genitoriale: ciò significa che il principale referente per i minorenni è lo Stato, a cui spetta l’ultima parola anziché ai genitori. Gli aspetti più negativi di tale visione del rapporto tra cittadino e stato li subiscono le coppie binazionali, ovvero formate da un tedesco e uno straniero: nel 99 % dei casi i figli sono affidati al genitore di nazionalità tedesca, poichè nell’ottica dello Jugendamt il bambino deve essere formato come cittadino della Germania, cancellando il retaggio della cultura dei padri e delle madri non tedeschi. Non importano le qualità morali o professionali di questi ultimi, i bambini devono restare in territorio alemanno anche a costo di essere messi in istituti. E i genitori stranieri possono vedere i propri figli solo durante le cosiddette visite protette, in cui li incontreranno sotto l’occhio vigile di un funzionario del Jugendamt senza poter mostrare visibili emozioni come il pianto o la gioia e parlare la propria lingua, pena la cessazione del colloquio.
Non è un caso che l’ente in questione sia nato nel 1939, fondato da Himmler, il capo della polizia segreta nazista, e che da allora la normativa dello Jugendamt non sia mai stata mutata.
Kindeswohl -il bene del bambino- è uno spettacolo di teatro sociale, un atto di denuncia fortissimo che porta allo scoperto una realtà legislativa sconosciuta ai più, frutto di un anno di meticolose ricerche da parte dell’attrice Livia Bonifazi, del regista Franco Angeli ed ispirato al libro della stessa Marinella Colombo, Non vi lascerò soli, memoriale della sua vicenda umana e giudiziaria.
Ha vissuto sulla propria pelle il potere schiacciante dello Jugendamt, che si erge oltre i confini della Germania attraverso apparati sovranazionali come l’Interpool stessa.
Secondo l’istituzione tedesca, la colpa di Marinella Colombo è stata semplicemente essere il genitore in grado di provvedere al sostentamento dei due figli, pur non avendo cittadinanza tedesca. Perciò è stata incriminata per sottrazione di minore quando è andata in vacanza con i suoi ragazzi in Italia, pur se con il beneplacito dell’ex-coniuge, arrestata su suolo italiano ben tre volte, per poi ricevere la solidarietà della questura di Milano e la psicologa del carcere. Tuttavia, proprio ieri il Tribunale dei minori del capoluogo lombardo l’ha condannata, oltre che per sottrazione, anche per maltrattamento di minore. Come definire, dunque, se non crudelmente kafkiana la sua storia?
Livia Bonifazi appare in scena recitando le parole della Colombo; la scenografia è scarna, vi son tavoli, una scrivania e in lontananza una sedia in legno per bambini.
L’attrice alterna la recitazione a dei monologhi densi di dati oggettivi e cifre, aprendo allo spettatore uno squarcio in un mondo inedito, dove l’ingiustizia scaturisce da un concetto che dovrebbe essere superato, quello della razza.
Al colmo di emozione dei brani tratti dal libro, si alterna quello determinato della denuncia, del giornalismo d’inchiesta; poiché sotto precisa richiesta della Colombo, l’attrice e il regista hanno scritto uno spettacolo in cui nessun dato potesse essere confutabile.
La Bonifazi racconta altre storie, altre tragedie, ci ragguaglia sulle cifre e ci spiega con precisione dinamiche e meccanismi dello Jugendamt e si commuove a tratti di fronte all’indecenza di un orrore così paradossale.
Kindeswohl è un ottimo esempio di teatro sociale, grazie alla bravura di regista e attrice e soprattutto grazie alla loro tenacia e precisione nel portare avanti un’inchiesta di 12 mesi, un esempio di come il Teatro sia una porta per le coscienze potente ed efficace, oltre delle mille potenzialità che tale medium possiede.
Roberto Cesano

----------------------------------- TEDESCO DEUTSCH ------------------------------------------------


Ich habe eine italienische Frau kennengelernt.
Der deutsche Ehemann hat ihr die Kinder entzogen.
Die Kinder waren sechs und zehn Jahre alt.
Er hat vor Gericht sämtliche Rechte über die Kinder verlangt und bekommen.
Die Mutter sieht ihre Kinder seit zwei Jahre nicht mehr.

Ich habe eine brasilianische Frau kennengelernt. Eine Rechtsanwältin.
Der deutsche Ehemann hat ihr die Kinder entzogen.
Damals waren die Kinder drei und sechs Jahre alt.
Er hat vor Gericht sämtliche Rechte über die Kinder verlangt und bekommen.
Jetzt kann die Mutter ihre Kinder nur unter Beobachtung sehen.

Ich habe einen französischen Mann kennengelernt.
Die deutsche Ehefrau hat ihm sein Kind Julian entzogen.
Damals war Julian dreieinhalb Jahre alt.
Sie hat vor Gericht sämtliche Rechte über das Kind verlangt und bekommen.
Heute Julian ist siebzehn Jahre alt und hat nie wieder seinen Vater gesehen.

Es gibt ein Amt in Deutschland. Dieses Amt wurde von Himmler 1939 gegründet.
Bis jetzt ist dieses Amt immer noch operativ. Das Jugendamt – Verwaltung der Jugend.
Das Jugendamt setzt sich dafür ein, dass Kinder aus einer binationalen Beziehung
im Falle einer Trennung immer an den deutschen Elternteil übergeben werden.
Der grundsätzliche Leitgedanke ist der,
dass die Kinder sind erst Kinder des deutschen Staates und dann Kinder der eigenen Eltern.

Das Jugendamt setzt sich dafür ein, dass kein Minderjähriger Deutschland verlässt,
dass die Rechte der Eltern nie an dem ausländischen Elternteil weitergegeben werden und
dass die Kontakte zwischen dem Kind und dem ausländischen Elternteil
immer mehr erschwert werden bis zur vollständigen Löschung der Kontakte.

Die Auslöschung des anderen Elternteil bedeutet auch
die Auslöschung seiner Sprache und der Kultur seines Herkunftslandes.
Somit werden Elternteile, Großeltern und komplette Familien gelöscht.

Vom Europäischen Gerichtshof,
vom Europäischen Parlament und
vor der Ratsversammlung für die Menschenrecht der Vereinten Nationen
wurde das Jugendamt mehrfach für schuldig befunden
die Grundrechte der Menschen missachtet zu haben.

Am Montag, den 22.04.2013, im Teatro Manzoni in Rom,
wird die einmalige Vorführung Kindeswohl – zum Wohle des Kindes – stattfinden.

Kindeswohl, il bene del bambino @ Teatro Manzoni – Roma


Franz Kafka seine Geschichte 'Der Prozess', die Parabel vom entfremdeten und vom bürokratischen Apparat getöteten Bürger, beinhaltet die Ängste einer ganzen Gesellschaft gegenüber totalitären Regimen, die Europa im 20. Jahrhundert in die Knie zwingen würde und beinhaltet aber auch die Intuition einer kalten und unbarmherzigen Irrationalität eines Teils der juristischen und legislativen Maschinerie in den modernen Staaten.
Oft ist der Begriff kafkaeske ein Synonym für bürokratische und gerichtliche Geschehnisse, die sich an der Grenze des unglaubwürdigen abspielen. Hier, in diesem Rahmen, werden ehrliche Bürger und Mitglieder unserer Gesellschaft, wie Frau Marinella Colombo, Hauptdarstellerin eines Leidensweg verbunden mit Gesetze, von denen man wenig weiß, zu Opfer.

Frau Colombo, ursprünglich aus Mailand, vermählte sich in München mit einem Mann des Ortes. Aus dieser Ehe entstanden zwei Söhne. Sie und ihr Mann trennten sich einvernehmlich ohne Streitigkeiten und Kontroversen im Bereich des Sorgerechtes für die Kinder. Als Frau Colombo aus beruflichen Gründen Deutschland verlassen musste, um nach Italien zurückzukehren, hat die deutsche Justiz veranlasst, Frau Colombo das Sorgerecht für die eigenen Kinder zu entziehen, um das dem Vater der Kinder zu geben, obwohl per Gerichtsbeschluss dieser bereits davor als ungeeignet vom Gericht bezeichnet wurde.
Aber warum geschah all dies?
Die zugrunde liegende Ursache des Prozesses, der zur Entfremdung, sowie zur kompletten Entziehung ihrer Söhne führte, ist die Arbeit einer staatlichen Einrichtung Deutschlands, des Jugendamts. Dieses Amt ist angeblich verantwortlich für die Aufsicht der Kinderrechte, ist aber mit mehr Befugnisse als jede andere Partei in der EU und im Rest der zivilisierten Welt ausgestattet. Das Jugendamt setzt sich angeblich für das Kindeswohl, Name unserer Aufführung, ein und meint aber eher damit die alleinige Entscheidungsbefugnis darüber zu haben, was das Wohle des Kindes sein darf und was nicht. Vordergründig ist hier der Leitgedanke, wonach Kinder vor allem eine Ressource für Deutschland darstellen; nicht von ungefähr haben verheiratete Eltern und unverheiratete Mütter in Deutschland das Sorgerecht und nicht die Patria Potestas – Verfügungsgewalt -. Dies bedeutet, dass der Hauptreferent für Minderjährige der Staat ist, der immer das letzte Wort, anstelle der leiblichen Eltern, hat.
Die negativen Aspekte dieser Vision des Verhältnisses zwischen Bürgern und Staat stellen sich am besten bei binationalen Paaren dar. Diese Paare, die von einer/m Deutschen und einer/m Fremden gebildet werden und die wahre Europäern gebären, haben systematisch die Folge der einseitigen Haltung zu tragen: in 99 % der Fälle werden die Kinder dem Elternteil mit deutscher Nationalität übergeben, da das Kind, aus der Sicht des Jugendamtes, als Bürger Deutschlands gebildet werden muss. Die Zerstörung des kulturellen und traditionellen Netzes des ausländischen Elternteils, Mütter oder Vater, wird billigend gefördert und in Kauf genommen. Die moralischen und professionellen Qualitäten der letzteren interessieren nicht. Die Kinder haben im alemannischen Gebiet bleiben zu müssen und wenn nicht freiwillig, sogar in Zwangsunterbringung. Und die ausländischen Eltern sehen dann ihre Kinder nur während der sogenannten geschützten Besuche, die sich  unter dem wachsamen Auge eines Beamten oder eines willkürlichen Beauftragten des Jugendamts vollziehen. Diese erteilen dann dem ausländischen Elternteil den Befehl keine sichtbare Emotionen, wie Weinen oder Freude, zu zeigen und verbieten ihm in der eigenen Muttersprache zu sprechen, unter Androhung bei Zuwiderhandlung den Besuch zu beenden.
Es ist kein Zufall, dass die betreffende Institution 1939 ins Leben gerufen wurde. Diese wurde von Himmler, Leiter der Nazi Geheimpolizei, gegründet. Seit dem sind die Regeln des Jugendamtes nie geändert worden.

Kindeswohl - Il bene del bambino - ist eine Aufführung des sozialen Theaters – Teatro Sociale – ist eine starke Beschwerde, die das Ziel verfolgt eine unbekannte reelle Gesetzeslage, mitten in Europa, aufzudecken und ist das Ergebnis eines Jahres sorgfältiger Forschung von der Schauspielerin Livia Bonifazi und vom Regisseur Franco Angeli. Das Theaterstück wurde vom  Buch 'Non vi lascerò soli''Ich werde euch nicht alleine lassen' – von Marinella Colombo inspiriert. Ein Mahn- und Denkmal ihrer in Deutschland gemachten Erfahrung.

Sie hat auf ihrer Haut die Übermacht des Jugendamtes spüren müssen. Die Übermacht eines Amtes, das über die Grenzen Deutschlands hinaus tätig wird auch durch den Missbrauch von supranationale Apparate wie das Interpol.

Der deutschen Institution nach, war die Schuld von Marinella Colombo ein Elternteil zu sein, der für die eigene zwei Kinder selbst sorgen kann, obwohl sie nicht einmal die deutsche Staatsbürgerschaft hat. Also, obwohl ihr Ex-Ehepartner darüber informiert war, wurde ihr Entführung ihrer minderjährigen Kindern vorgeworfen, als sie in Urlaub mit seinen Kindern nach Italien fuhr. Obwohl sie die wohlwollende Solidarität der Quästur Mailands und der Gefängnispsychologin erhielt, wurde Frau Colombo mind. 3 Mal in Italien verhaftet. Als ob es nicht reichen würde, hat das Tribunale dei minori – für die Jugend zuständiges Gericht – aus der Hauptstadt der Lombardei, gestern Frau Colombo zusätzlich zu der Entführung, diese auch wegen Kindesmisshandlung zusätzlich verurteilt.
Welche andere Bezeichnung für diese Geschichte würde hier zutreffender sein als kafkaeske?

Livia Bonifazi erscheint auf der Bühne, die Worte der Marinella rezitierend; die Bühne ist recht übersichtlich bestückt, es gibt Tische, einen Schreibtisch und in der Ferne einen Holzstuhl für Kinder.
Die Schauspielerin integriert und alterniert in ihrem Vortrag Monologe von objektiven Daten und Zahlen und reißt hiermit dem Zuschauer einen Einblick in eine neue unbekannte Welt auf, wo die Ungerechtigkeit entspringt aus einem Konzept, das überwunden zu sein schien: dass Konzept der Rasse.
Der Höhepunkt der Emotion aus der Lesung aus dem Buch, alterniert sich und wird ersetzt vom Höhepunkt, der sich aus der Beschwerde und aus dem investigativen Journalismus ergibt; Frau Colombo hat gefordert, dass die Schauspielerin und der Regisseur eine Aufführung vortragen, in der keine objektive Angabe widerlegbar sein darf.

Die Schauspielerin, Bonifazi, erzählt weitere Geschichten, weitere Tragödien, ließt uns aktuelle Zahlen vor und erklärt uns genau die Dynamik und die Mechanismen vom Jugendamt. Bleibt phasenweise stehen, sichtlich gerührt und erschreckt vor der Unsittlichkeit eines derartig paradoxalen Horrors.

Kindeswohl ist ein hervorragendes Beispiel eines sozialen Theaters, dank der Fähigkeit der Schauspielerin und des Regisseurs und vor allem dank ihrer Hartnäckigkeit und Präzision bei der Durchführung einer zwölfmonatigen Untersuchung. Kindeswohl ist ein Beispiel, wie das Theater ein gewissenhaftes, starkes und effektives Tor sein kann, zusätzlich zu den tausend Möglichkeiten, die dieses Medium bietet.

Roberto Cesano

Traduzione/Interpretazione
Luigi D'Aloia

--------------------------------- FRANCESE  FRANÇAIS -------------------------------------------



Ecrit par Franco Angeli e Livia Bonifazi
Au théâtre Manzoni à Rome, lundi 22 avril 2013


J’ai connu une femme italienne.
Son mari, allemand, lui a enlevé ses enfants de 6 et 10 ans.
Il a demandé et obtenu tous les droits sur les enfants.
Cela fait deux ans que la mère ne voit plus ses enfants.

J’ai connu une femme brésilienne, une avocate.
Son mari, allemand, lui a enlevé ses enfants de 3 et 6 ans
Il a demandé et obtenu tous les droits sur les enfants.
Elle n’a maintenant qu’un droit de visite surveillée.

J’ai connu un homme français auquel sa femme allemande
a enlevé son fils Julian, de trois ans et demi.

Elle a demandé et obtenu tous les droits sur l’enfant.
Aujourd’hui, Julian a 17 ans. Il n’a jamais plus revu son père.

Il existe en Allemagne une administration créée par Himmler en 1939
et qui fonctionne toujours aujourd’hui :
le JUGENDAMT

Littéralement « administration de la jeunesse »,
le Jugendamt agit pour que les enfants des couples binationaux qui se séparent
soient toujours confiés au parent allemand.


L’idée qui gouverne cette pratique est que les enfants,
avant d’appartenir aux parents, appartiennent à l’Etat.

Le Jugendamt agit de telle sorte qu’aucun enfant ne quitte le pays,
que les droits parentaux ne soient jamais attribués au parent étranger
et que tous les contacts entre le parent étranger

et ses enfants soient de plus en plus difficiles,
jusqu’à être complètement supprimés.
Supprimer l’autre parent, cela signifie aussi supprimer sa langue,
la culture de son pays.
On efface ainsi des parents, des grands-parents et des familles entières.


Le Jugendamt a maintes fois été jugé coupable d’avoir violé
les droits fondamentaux de l’homme
par la Cour de justice européenne,
par le Parlement européen,
par le Conseil des droits humains de l’Assemblée des nations unies.


Lundi 22 avril au théâtre Manzoni à Rome aura lieu
le spectacle-enquête « Kindeswohl », le bien-être de l’enfant,
en première nationale et seulement pour une soirée.


-------------------------------- INGLESE    ENGLISH -----------------------------------------------


I met an Italian woman, whose children, 6 and 10 years old,
have been taken by her German husband.
This man applied and got all rights concerning the children.
The mother can not see his children since two years.

I met a Brasilian woman, a lawyer.
Her husband took away the children, 3 and 6 years old.
He applied for and got all rights concerning the children.
The mother can now meet her children only under supervised meetings. 

I met a French man. Her German wife took away from him
the son, Julian, 3 years old.
She applied for and obtained all rights concerning the child.
Julian is now 17 years old, and he never met his father again.

In Germany the JUGENDAMT was established by Himmler in 1939
and is still in place. Jugendamt literally means "Youth Administration".
The Jugendamt works in such a way that children whose parents have
different nationalities are always given in custody to the German parent. 

The basic idea is that children belong primarily to the State
and secondarily to their families. 

The Jugendamt enforces that children never could leave Germany,
that parental rights will never be granted to the not-German parent
and that any contact between the non-German parent and his child
be increasingly made difficult, until they are broken. 

To erase the other parent also means erase the memory of his/her language
and of his/her cultural heritage. This way the memory of the whole non-German families
and of their cultural identity. 

The Jugendamt has been acknowledged as guilty in verdict
from the European Court of Justice,
from the European Parlement,
from the Human Right Commission of the United Nations
for repeated violations of basic human rights.

On Monday, April 22nd, at the Theatre Manzoni in Rome
will be performed, first play and only for one time,
the play "Kindeswohl - Children's Welfare".




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Hanno scritto :















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